Voci d’Italia fuori dall’Italia

Sergi Pantaleone
Editeur : Luigi Pelligrini Editore
Parution : 2020-10-10 10:38:20

Publication | Critiques

Résumé

In un momento in cui, soprattutto in Italia, si moltiplicano i segnali d’allarme sulla perdita di memoria collettiva e sul progressivo venir meno dell’interesse per le ricostruzioni comme il faut del passato di cui insigni studiosi come Adriano Prosperi non esitano a deprecare la “distruzione” in atto – al di là della crisi della cultura umanistica e della storia quale disciplina accademica denunciata anche da David Armitage e Jo Guldi nel loro The History Manifesto – assieme al ruolo benefico alle volte (ma non in questa) dell’oblio, sembrano resistere ed anzi rafforzarsi, mescolandosi fra loro, parecchie forme più moderne e sempre più interattive di comunicazione.

Tra esse, esposte e come appese ai fili di uno stesso processo di cambiamento tecnologico a dir poco radicale e anzi rivoluzionario, continuano ad esistere le notizie assemblate dai giornali la cui digitalizzazione rientra però nel novero di un più vistoso fenomeno di «mobilità attraverso diverse piattaforme » che Aldo Grasso ha opportunamente definito «il nuovo linguaggio della memoria» parlandone in un convegno milanese del 2019 a proposito de La storia pubblica. In questo incontro vari esperti s’interrogavano su
memoria, fonti audiovisive e archivi digitali dopo che da alcuni anni altri studiosi, ad esempio quelli del cinema e della fotografia, erano intervenuti pronunciandosi sugli effetti del digital turn nella storiografia del proprio
settore sino a concludere, come Gian Piero Brunetta e Carlo Alberto Zotti Minici, che d’ora in avanti nulla sarà più come prima. A occhio e croce si può essere d’accordo con loro estendendo la considerazione all’ambito della storia del giornalismo e in particolare di quella sua fattispecie rappresentata dalla stampa cosiddetta allofona degli immigrati o per gli emigranti fiorita negli ultimi due secoli all’estero prima di discutere il cui ruolo e il cui rilievo, ovviamente al centro di questo libro, occorre spendere qualche parola
sui contesti nei quali, oggi come oggi, essi possono, se pure non devono, essere ripensati e affrontati.

Critiques

  • “This important volume from an authoritative international team of authors sheds significant new light on the comparative development of post-war Conservatism in the western world.”
    – Stuart Ball, Professor Emeritus, University of Leicester, UK
  • “The rich essays collected in this illuminating volume show that the rise of right-wing politics in the United Kingdom, the United States, and France since the 1970s was a remarkably transnational phenomenon. As they attacked social democracy and cultural pluralism, right-wing movements borrowed ideas, visions, vocabularies, and tactics from each other, adapting them to their own national idioms and using advances in one country to win advances elsewhere. Anyone interested in confronting the problems that have proliferated in the wake the right’s reconfiguration of politics – surging inequality, belligerent ethno-nationalism, worker disempowerment and insecurity, and lost faith in the capacity for democratic self-government – has much to learn about the origins of these problems from this important book.”
    – Joseph A. McCartin, Georgetown University, USA, author of Collision Course